Premessa
Non sono uno snob o anticonformista per scelta, anche io sogno il Canon 135mm f/2 L. Ma non ho 1000 euro da spendere. Che faccio? Aspetto? Mi prendo l’insipido (e costosetto: circa 400 euro) Canon f/2.8 Softfocus? Oppure adopero il vecchio Olympus OM Zuiko 135mm f/2.8 che mi è capitato in casa?
La terza, ovviamente.
INTRODUZIONE
Gli obiettivi Zuiko sono costruiti (bene) in Giappone: vetri di qualità, dimensioni compatte, materiali solidi.
La lente si concede pochi fronzoli: il paraluce integrato (comodo!) e, simpatico accessorio, il filo che tiene su il tappo dell’obiettivo quando lo si usa. Credevo fosse inutile, ma devo dire che è davvero molto pratico. Non è il suo originale, ma tanto meglio.
Su E-bay si trova da circa 140 euro in su.
Piccolo. Questo 135 è incredibilmente piccolo (misura 60mm di diametro con filtri da 55mm x 80/92mm di lunghezza e pesa 360 grammi, secondo la mia bilancia da cucina).
La costruzione appare impeccabile, da vero giapponese.
È tutto di metallo, comprese la ghiera di messa a fuoco e quella dei diaframmi: per questo motivo, d’inverno diventa davvero freddo e scomodo, a volte.
Il diaframma ha 8 lamelle e va da f/2.8 a f/22, con intervalli di uno stop.
Sia la messa a fuoco che la selezione dei diaframmi sono manuali, e monta filtri da 55 millimetri.
Se questo enfant terrible è un piacere per le mani e (soprattutto) per la schiena, altrettanto non si può dire per gli occhi: montato sulla 5d Mark II, trasmette la stessa leggiadria di una minigonna indossata da Platinette (e sulla 450d non migliora di molto).
Lo Zuiko sulla 5d. |
Lo Zuiko sulla 450d. |
Poco male: come vedremo tra poco, lo Zuiko ha numerosi colpi in canna per farsi apprezzare comunque.
BOKEH
Per la qualità del bokeh, de gustibus: si vedano gli scatti. A me piace.
COME SI USA
L’adattatore. |
Basta acquistare un anello adattatore Eos/Olympus Om: se cercate la raffinatezza potete rivolgervi a quelli (costosi) di Adriano Lolli, se vi accontentate della funzionalità basta prenderne uno da 13 euro dal negozio Ebay Big_is (io ho fatto così).
Date le basse cifre in gioco, quello con chip è caldamente consigliato: dopo averlo settato (qui le istruzioni), potete registrare i dati exif e avere il bip di conferma della messa a fuoco.
Dimenticavo: è possibile la messa a fuoco all’infinito.
A tutta apertura si utilizza come un qualsiasi obiettivo con messa a fuoco manuale.
Diaframmando, ci sono due opzioni.
Non è una tragedia, basta prenderci la mano: certo, la velocità è un’altra cosa.
Lo Zuiko ha ottime prestazioni. Posto i link per scaricare i file raw non elaborati (a tutte le aperture) di una “emozionantissima” porta di legno vicino a casa mia (sì, mi scocciava cercare un soggetto migliore: accontentatevi). Sono stati scattati (a iso 50) con la 5d Mark II.
Negli exif è indicato sempre 2.8: non curatevene, in verità il diaframma è stato cambiato, solo che mi sono dimenticato di girare la ghiera sulla macchina per cui è rimasto indicato 2.8.
È una lente decisamente fatta a modo suo. Rifugge la velocità e certamente non fa della versatilità la sua bandiera, ma quello che fa le riesce, a mio parere, decisamente bene.
Il fatto di essere così piccola permette di passare molto più inosservati che col vistoso 135 f/2 Canon.
È una focale che, su pieno formato, mi piace molto.
Su 450d (aps-c) diventa circa un 200mm luminoso e super leggero.
La messa a fuoco manuale ne limita ovviamente l’utilizzo in ambito sportivo/naturalistico, ecco perché sono piuttosto fiero di queste foto che ho fatto a due rondini. Volano veloce!
PRO
CONTRO
Rapporto qualità/prezzo al top, buone prestazioni, e la sensazione sempre presente che “una volta le cose la facevano per bene”
Basta non chiedere a questa lente di fare ciò per cui non è stata creata e, soprattutto, non paragonarla col 135 f/2 L: gli 800 euro di differenza non sono un caso.
Per il resto, che dire: godetevela alla grande.
Qui trovate tutte le mie foto scattate con lo Zuiko 135mm.
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